Perché le dita scrocchiano: l’intervista con Fabio Volo

18 Maggio 2016 / 
Massimo Valente / 

E fu così che Fabio Volo mi chiamò per la seconda volta: “Perché le dita scrocchiano?”. Abbiamo parlato di questo al telefono in una intervista andata in onda su Il Volo del Mattino, su Radio Deejay.

Quando ho ricevuto la telefonata ero impegnato con un paziente che, dopo aver sentito il nome della persona che mi aspettava al telefono, è stato felice di attendermi qualche minuto. Per qualche strana coincidenza, sul sito di informazione Tuttosteopatia.it, di cui sono direttore, avevamo già parlato di questo argomento spiegando che al contrario di quanto molti credono, scrocchiare le dita non fa male alle ossa. Anzi, in verità il fenomeno non ha niente a che vedere con le ossa: lo dice una ricerca abbastanza recente diretta dal fisioterapista dell’Università di Medicina canadese di Alberta, Gregory Kawchuk, intitolata “Pull My Finger”. Nome non causale perché rievoca il divertente gioco del “tirami il mio dito”. Ed effettivamente quello che la ricerca ha dimostrato è che a causare il “crack” delle dita è l’accumulo di gas che talvolta si forma nel liquido sinoviale che lubrifica le articolazioni.

Come riporta l’articolo, “Più precisamente la ricerca guidata dal dottor Kawchuk chiarisce che quando le articolazioni muscolari si allontanano, non c’è più fluido a disposizione creando così degli spazi vuoti nei punti di giuntura che devono essere colmati, così si forma una piccola bolla di gas nell’intercapedine vuota, che nel momento in cui scoppia, dà origine al crack tipico dello scrocchio”.

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